JENNE – Anche la Corte di Appello di Roma ha dato ragione all’ente Municipale jennese in una diatriba che ha visto affermare nelle sedi giudiziarie, la tesi sostenuta dall’amministrazione comunale a difesa degli interessi del territorio.
La vicenda è particolarmente complessa, ed il contenzioso è stato originato da una posizione espressa unilateralmente da Enel Spa nell’anno 2011. In tale contesto, la società ebbe a significare al Comune di Jenne la propria indisponibilità nel proseguire l’attuazione di un contratto sottoscritto con il Comune di Jenne nei primi del 900. In tale accordo, sancito nelle debite e corrette forme di legge, le parti concordarono uno scomputo pari a 161 mila Kw/h l’anno in favore del comune nella fornitura di energia elettrica ad uso pubblico.
Sin dalla sua origine dunque e fino al 2011, l’Ente, ha correttamente rispettato gli accordi contrattuali, provvedendo sempre a pagare regolarmente le bollette per le forniture in questione, ed ottenendo da Enel alla fine di ciascun anno secondo disposizione contrattuale, il rimborso dei 161.000 Kw/h.
La società di distrbuzione di energia elettrica nelle note del 2011 ebbe ad addurre motivazioni di annullamento nel computo di quanto concordato, in relazione ad alcune nuove disposizioni di legge citate ovviamente in atti. Secondo Enel, proprio in virtù di tali principi normativi recenti, venivano meno i presupposti contrattuali.
Ne nacque sin da allora il contenzioso. La prima causa approdò presso il Tribunale di Tivoli che confermò la vigenza del contratto ab origine, ritenendo insussistenti le motivazioni di Enel, e quindi accogliendo le istanze del ricorrente Comune di Jenne.
A seguito di ciò Enel ha presentato ricorso in Corte d’Appello, che si è attualmente pronunciata confermando quanto già espresso dal Tribunale tiburtino competente per territorio. Va evidenziato che dal 2011 la arbitraria ed unilaterale sospensione di scomputo dei consumi stabiliti, dovrà essere compensata cumulativamente, ossia nelle casse comunali potrebbero arrivare somme corrispondenti per i 12 anni di interruzione subiti, per un ammontare superiore ad euro trecentomila.
L’appello garantisce, infatti, il riesame integrale del processo: vengono sottoposte a nuovo giudizio, da parte di un giudice diverso, sia le circostanze di fatto, sia le prove, sia l’interpretazione che il magistrato ha dato delle norme.
Per l’Enel resterebbe la via dell’ulteriore ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, ma in ragione alle pronunce autorevolmente già espresse e circostanziante giuridicamente ciò potrebbe costituire solo un ulteriore aggravio di spese e di computi da erogare sempre al comune jennese.
“Siamo soddisfatti – spiega il sindaco Giorgio Pacchiarotti – perchè l’autorità giudiziaria finora ha sempre ritenuto fondate le tesi presentate dal nostro comune, e non era peraltro corretto procedere ad una sospensione sic et simpliciter di quanto stabilito a suo tempo con regolare contratto. Speriamo che la vicenda si sia conclusa, ed ora in prima linea per ottenere il saldo delle spettanze contrattuali, che costituiranno un ulteriore beneficio per la collettività”.