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Prevenzione diabetica, a Jenne via agli screening gratuiti per residenti e non

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JENNE – A seguito di una collaborazione intrapresa dall’amministrazione comunale con la Regione Lazio e la Asl Roma 5, è stata organizzata a Jenne presso l’ambulatorio medico comunale una giornata di screening di prevenzione diabetica. L’appuntamento è per sabato 29 giugno 2024 dalle ore 8 alle ore 14.30, un qualificato team di medici ed infermieri si occuperà di prelievi del sangue per l’analisi di Trigliceridi; colesterolo ed emoglobina glicosicata. Possono aderire allo screening  che è assolutamente gratuito i residenti e non, tutti i cittadini di fascia età compresa tra 50 e 60 anni.  I tre test servono per verificare predisposizioni o insorgenza di patologie cardiovascolari, o del diabete. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere direttamente all’amministrazione comunale di Jenne.

 

 

 

Dunque tramite una semplice puntura sul dito, verranno misurati parametri importanti, come l’emoglobina glicosilata e il profilo lipidico, ed esaminati attentamente una serie di fattori di rischio comportamentali (fumo, alimentazione, attività fisica e consumo di alcol). In base al profilo di rischio individuato, verrà offerto un counselling personalizzato che comprende la promozione di stili di vita sani ed eventualmente una presa in carico all’interno di idonei percorsi terapeutico-assistenziali.
L’obiettivo della campagna è individuare in modo precoce i soggetti a rischio di sviluppare il diabete o coloro che sono in una fase iniziale di malattia. È essenziale per tutti i cittadini candidabili cogliere questa opportunità: a beneficiarne sarà non solo la salute individuale, ma anche quella collettiva.

Medico a Jenne, nominato il sostituto del titolare

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Jenne 6 Aprile 2024 – In relazione all’assenza per motivi di salute del medico di famiglia titolare della condotta, su interessamento dell’amministrazione comunale è stato disposto dalla Asl Roma 5 competente la nomina del sostituto. Il medico prenderà servizio da lunedì 8 Aprile 2024 nei consueti orari. Il comune  è peraltro disponibile per qualsiasi esigenza in questo breve periodo di disagio.

Il sindaco Giorgio Pacchiarotti e l’amministrazione comunale augura buon lavoro al dott. Ziant0ni, restando a disposizione per quanto possibile e necessario.

Pasqua, da Jenne il messaggio di pace nel mondo

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Jenne – Un messaggio forte di pace è stato lanciato dall’amministrazione comunale di Jenne nel corso della Solenne celebrazione liturgica della Santa Pasqua. Il vice sindaco Cristiano Lauri prima del termine della Messa ha rivolto un messaggio forte e chiaro: oltre agli auguri di Pasqua il riferimento è stato alla pace ed alla sua universalità, dalla famiglia, alla comunità, e da estendersi poi fino a tutto il mondo. Il valore della pace è inestimabile, “per prima – ha affermato – deve essere nei nostri cuori –  e parte dalle cose piccole per arrivare nel grande. La situazione di conflitti bellici in atto preoccupa, le istituzioni hanno il dovere di sensibilizzare.” Il parroco don Pietro durante l’omelia ha ripercorso la Pasqua come evento celebrativo di una fede e laddove si cela il mistero della Resurrezione di Cristo.

Buona Pasquetta a tutti!

Donne in grande festa a Jenne per l’8 marzo

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JENNE – In occasione dell’8 marzo,  grande festa al Centro Anziani di Jenne dove in allegria è stata celebrata ieri sera la “festa della donna”.  Una serata all’insegna dell’allegria e dello stare insieme che ha unito diverse generazioni. Spazio ai canti di gruppo riscoprendo così antiche tradizioni. La conviviale, particolarmente divertente, si è conclusa con una grande torta Mimosa. Auguri di nuovo a tutte le donne!

 

 

 

 

Storia della festa della donna: Ogni anno, l’8 marzo viene celebrata la Festa Internazionale della Donna, un’occasione per riflettere sulle conquiste passate e sulle sfide ancora da affrontare per l’uguaglianza di genere in tutto il mondo. Questa giornata commemora il contributo delle donne nella società, nella politica, nell’economia e nella cultura, mentre promuove la lotta contro discriminazioni e disparità di genere.

Storicamente, l’8 marzo ha radici profonde nella lotta delle donne per migliori condizioni di lavoro e per il diritto di voto. L’evento è stato riconosciuto per la prima volta nel 1910 durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne  a Copenaghen, dove è stato proposto da Clara Zetkin. Da allora, è diventato un giorno di mobilitazione globale per i diritti delle donne.

Quest’anno, il tema dell’8 marzo è “Donne al centro della ripresa: per un mondo 50-50 entro il 2030”. Questo tema sottolinea l’importanza di coinvolgere le donne in tutte le sfere della società per promuovere uno sviluppo sostenibile e una ripresa equa dopo la pandemia di COVID-19. La crisi sanitaria ha evidenziato le disuguaglianze preesistenti, con le donne che hanno subito un impatto particolarmente grave sul lavoro, sulla salute e sulla sicurezza economica. Affrontare queste disuguaglianze richiede un impegno globale per garantire pari opportunità e diritti per tutte le donne.

Le celebrazioni dell’8 marzo variano da paese a paese, con molte organizzazioni che organizzano eventi come manifestazioni, conferenze, esposizioni artistiche e proiezioni cinematografiche per promuovere la consapevolezza e la solidarietà. Tuttavia, mentre ci sono stati progressi significativi nei diritti delle donne negli ultimi decenni, rimangono ancora molte sfide da affrontare. La violenza di genere, la discriminazione sul posto di lavoro, l’accesso limitato all’istruzione e alla sanità, e la sotto-rappresentazione delle donne nei ruoli decisionali continuano ad essere problemi diffusi in molte parti del mondo.

L’8 marzo è quindi non solo un momento per celebrare i successi delle donne, ma anche per rinnovare l’impegno nella lotta per l’uguaglianza di genere. Questo significa sostenere politiche che promuovono la parità retributiva, garantire l’accesso universale all’istruzione e alla salute riproduttiva, combattere la violenza di genere e aumentare la rappresentanza delle donne nei settori politici, economici e culturali.

In conclusione, mentre celebriamo l’8 marzo, dobbiamo ricordare che la lotta per i diritti delle donne è una lotta continua e che il lavoro per un mondo più equo e inclusivo per tutte le persone non è ancora completo. Solo attraverso un impegno collettivo e una solidarietà globale possiamo realizzare pienamente il potenziale delle donne e garantire un futuro migliore per le generazioni future.

A Jenne grande attesa per la festa di Sant’Antonio Favaro con tante iniziative!

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JENNE – E dopo l’intenso programma di eventi festivi,  Jenne si prepara per un nuovo ed interessante appuntamento nel quale si fonde la tradizione con i sapori di un tempo. Un evento unico nel suo genere che coincide con la Festa di Sant’Antonio Abate – Favaro per Domenica 21 gennaio 2024. Ci sarà spazio per degustare in convivialità, e di particolare interesse la demo-trasformazione del latte in gioncata di formaggio, che sarà realizzata in piazza davanti al pubblico che potrà osservarne le peculiarità caratteristiche. Primo step l’inaugurazione del nuovo mulino comunale e poi spazio alla benedizione tradizionale degli animali, e allestimento degli stand popolari. Il tutto con le note liete della locale banda Musicale “Filiberto Massimi” di Jenne.

L’amministrazione comunale, la Pro Loco ed il Centro Anziani invitano tutti a partecipare!

La tradizionale benedizione degli animali  coincide con la chiusura di tutte le manifestazioni natalizie. La festa di Sant’Antonio “Favaro” affonda le sue radici nella cultura contadina e viene mantenuta tutt’oggi con grande partecipazione popolare. Il Granoturco seminato a primavera e si raccoglieva alla fine di settembre. La Polenta”, realizzata come si faceva un tempo, cotta dentro ” Jo Callaro” o “la cottora” e servita nelle scifette di legno, è condita con il sugo di spuntature e salsicce di maiale e pecorino locale. Il fallone, pizza realizzata con la farina di granoturco e acqua e cotto nell’antico “Forno a legna, reperto storico ed architettonico risalente all’anno 1751.

La festa dell’Epifania, storia di culture e tradizioni nel mondo

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Jenne 6 Gennaio 2024 – L’Epifania è una festa cristiana che commemora la manifestazione di Gesù Cristo al mondo, simboleggiata dall’arrivo dei Re Magi presso la natività. Questa celebrazione, che ha radici antiche, rappresenta un momento significativo nel calendario liturgico cristiano e è celebrata il 6 gennaio di ogni anno.

Origini e Significato

Il termine “Epifania” deriva dal greco “epiphaneia”, che significa “apparizione” o “manifestazione”. L’Epifania celebra il momento in cui Gesù, appena nato a Betlemme, fu rivelato al mondo esterno. La festa è associata principalmente alla visita dei Re Magi, anche conosciuti come i Tre Re o i Magi, che seguirono una stella fino a Betlemme per adorare il neonato Salvatore.

Secondo il Vangelo di Matteo, i Magi portarono doni simbolici a Gesù: oro, incenso e mirra. Questi doni erano considerati di grande valore e avevano significati simbolici profondi. L’oro rappresentava la regalità di Gesù, l’incenso simboleggiava la sua divinità, mentre la mirra prefigurava la sua futura sofferenza e morte.

La Tradizione della Befana

In molte culture, l’Epifania è celebrata con tradizioni specifiche. In Italia, ad esempio, è noto il folklore della Befana, una figura simile a una strega che porta regali ai bambini la notte del 5 gennaio. Secondo la leggenda, la Befana era una donna anziana che, rifiutandosi di unirsi ai Magi nella ricerca di Gesù, si pentì del suo gesto e da allora iniziò a cercare il bambino per riscattare il proprio errore, portando doni ai bambini in tutto il paese.

Le Celebrazioni nel Mondo

L’Epifania è celebrata in molte parti del mondo con varie tradizioni e rituali. In alcune culture, la gente partecipa a processioni religiose, mentre in altre si svolgono rappresentazioni teatrali della storia dei Re Magi. In alcune regioni, la festa è un’occasione per scambiarsi regali e condividere pasti speciali con la famiglia e gli amici.

L’Epifania nel Contesto Liturgico

Dal punto di vista liturgico, l’Epifania conclude il periodo delle festività natalizie e apre il cammino verso la stagione ordinaria della Chiesa. Questo periodo è segnato da riflessioni sulla manifestazione di Gesù a tutta l’umanità e sulla sua missione di portare la luce divina al mondo.

Il sindaco e l’amministrazione comunale augurano buona Epifania a tutti!

A Jenne traguardo di vita per Ida De Angelis che compie 100 anni!

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JENNE – Brillante, piena di voglia di vivere nonna Ida De Angelis, compie oggi il suo centesimo anno di vita. La festa ufficiale si svolgerà il giorno 7 gennaio 2024, ma oggi 31 dicembre 2023 nel giorno del suo compleanno la comunità jennese intende esprimere i più cari auguri per l’importante traguardo raggiunto.

Una vita lunga, ricca di esperienze e di amore, che ha toccato il cuore di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di condividere il cammino con lei.

Oggi si celebra dunque non solo un compleanno, ma un secolo di vita dedicato all’amore, alla fede e al rispetto per gli altri. Nonna Ida De Angelis è un esempio, un simbolo di perseveranza e gentilezza che ha contribuito a plasmare il tessuto sociale di Jenne

Auguri di ogni bene dal sindaco e dall’amministrazione comunale.

Inaugurazione in grande stile a Jenne per il primo centro di documentazione sulla Transumanza

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Jenne – È stato inaugurato sabato 23 dicembre il primo Centro di Documentazione Permanente sulla Transumanza, che ospiterà la nuova sede italiana delle “Vie di Transumanza”. Il taglio del nastro nel virtuoso borgo montano di Jenne, partenza e traguardo dell’antico tratturo da “Falasche a Jenne”.

Alla cerimonia erano presenti il Sindaco del Comune di Jenne Giorgio Pacchiarotti, la responsabile dell’Itinerario Vie di Transumanza Simona Messina, la referente del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Roberta Alberotanza, il Vicepresidente Nazionale della Federazione Italiana per l’UNESCO nonché Presidente del Club per l’UNESCO di Latina Mauro Macale, il Presidente di Federtrek Italia Paolo Piacentini, il Presidente dell’Associazione Libera Università Per l’Agricoltura (LUPA) nonché organizzatore dell’Itinerario Vie di Transumanza Antonio Volpi ed in video collegamento il coordinatore del Comitato Scientifico dell’Itinerario Vie di Transumanza Francesco Spada.

«Le “Vie di Transumanza” hanno ricevuto a Łodź in Polonia, nel corso del 12° Forum Annuale del Consiglio d’Europa, la certificazione di Itinerario Culturale Europeo – ha affermato Giorgio Pacchiarotti sindaco di Jenne –  Le “Vie di Transumanza” è stato l’unico Itinerario che abbia ricevuto la certificazione del Consiglio d’Europa nel 2023 e per noi, è motivo di orgoglio». Nelle “Vie di Transumanza”, che coinvolgono cinque paesi europei e due del continente latino-americano, l’Italia è attualmente rappresentata con cinque percorsi di transumanza storica.

«Con la certificazione delle “Vie di Transumanza” il numero complessivo degli Itinerari Culturali Europei arriva a quarantasette, dei quali ben trentatré passano per l’Italia – ha   precisato Roberta Alberotanza referente del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale –  la Transumanza, patrimonio vivente di uomini e animali, è un fenomeno antichissimo basato sullo spostamento periodico di pastori e greggi di pecore, mucche, cavalli, e persino asini». Il cammino che va da Falasche (Anzio) a Jenne (RM) passando attraverso i comuni di Cisterna di Latina, Cori, Artena seguendo i corsi d’acqua e il letto dell’Aniene ha alle spalle più di 6000 anni di storia, quando erano gli uomini a seguire gli animali e poi via via gli uomini spostavano le mandrie al fresco alla larga dalla malaria e lungo percorsi verdi.

«Il Tratturo che ripercorriamo è una fedele ricostruzione, per circa l’80% del percorso originale  – ha proseguito Antonio Volpi Presidente di LUPA – è il risultato di una ricerca storica fatta di testimonianze e documentazioni lunga più di trent’anni». In Italia sono ancora coinvolti sessantamila allevamenti, ovvero 6,2 milioni di pecore di ben 38 razze che percorrono due volte l’anno i regi tratturi mantenendo in equilibrio il delicato rapporto tra uomo e natura e l’uso sostenibile delle risorse naturali, nel rispetto del benessere degli animali e dei ritmi delle stagioni.

«E’ necessario un impegno collettivo sulla sostenibilità ambientale per la quale la transumanza è stata iscritta all’elenco dei beni immateriali nella riunione del 2019 tenuta a Bogotà – ha sostenuto Mauro Macale Vicepresidente Nazionale della Federazione Italiana per l’UNESCO –  è necessario “far parlare” tra loro i beni immateriali quali la transumanza, i muretti a secco, la dieta mediterranea… alla luce anche del nuovo paradigma “livingheritage” nato nella riunione a Roma del 13 e 14 novembre e proclamato nell’incontro internazionale UNESCO di Napoli  dov’ è stato approvato il documento “lo spirito di Napoli” nel quale è  stata ribadita la necessità di salvaguardare i patrimoni dell’UNESCO dalla turistificazione di massa».

Il pomeriggio di sabato si è chiuso con l’inaugurazione del primo Museo Nazionale della Transumanza sotto l’egida del Consiglio d’Europa e una degustazione in piazza a Jenne dei piatti tipici consumati dai pastori durante la transumanza. Le “Vie di Transumanza”  attualmente concentra la sua attività sul progetto di una piattaforma digitale interattiva nella quale insieme ai cammini affiliati alle  “Vie di Transumanza”, ci sia una mappatura della costellazione dei luoghi di interesse, elementi del patrimonio culturale materiale e immateriale, strutture culturali, sistemi di accoglienza, servizi dedicati e ogni cosa utile per offrire agli utenti potenziali l’esperienza, accessibile e inclusiva, dei cammini lungo i tracciati storici di transumanza. (fonte: Latinanews.eu)

Pubblicato il libro: “dalla Baronia al Papato, Jenne al tempo di Papa Alessandro IV”

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JENNE – La ricercatrice storica Chiara Paniccia ha annunciato la pubblicazione del libro sul tema: “Dalla baronia al papato. Jenne al tempo di papa Alessandro IV”.

La stessa autrice sui social ha ringraziato l’amministrazione comunale di Jenne, il  sindaco Giorgio Pacchiarotti e l’Istituto storico italiano per il Medio Evo che hanno sostenuto la pubblicazione degli atti del convegno del 2019.
Un sentimento di gratitudine speciale è stato espresso anche nei confronti di Rita Molinari e Assunta Lauri, “per il loro supporto affettuoso, e agli abitanti di Jenne che ci hanno fatto sentire parte della loro comunità.”
Apprezzamenti  per il lavoro svolto sono stati espressi dal Sindaco e dall’amministrazione comunale.

Chiara Paniccia (Roma, 1987) è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi “Gabriele
D’Annunzio” di Chieti-Pescara e docente a contratto di Storia dell’arte medievale presso l’Università
degli Studi della Tuscia. È impegnata nel progetto di catalogazione dei manoscritti miniati del fondo
Urbinate della Biblioteca Apostolica Vaticana, in qualità di schedatrice e di revisore del catalogo. I suoi
interessi di ricerca si concentrano sulle arti figurative nel Medioevo centrale e basso e nel
primo Rinascimento, con particolare attenzione alla storia dell’immagine, alla programmazione
iconografica e all’organizzazione delle botteghe di artisti, al dialogo tra arte monumentale e libro
miniato, alla committenza.

 

Jenne nella storia!

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La storia di Jenne, borgo situato a 834 m. sul livello del mare,  è affascinante e legata a pieno titolo nel contesto del suggestivo territorio su cui domina ad aprire la Valle dell’Aniene. Nei primi anni del novecento, Antonio Fogazzaro in visita ai Monasteri di Subiaco, alla ricerca di luoghi dove cogliere l’ispirazione per la stesura del Santo, chiese di vedere il paese più lontano della regione. Gli venne indicato Jenne. in prossimità della confluenza dell’Aniene con il Simbrivio. Il Fogazzaro, come ebbe a scrivere all’amico allarati-Scotti, il 19 giugno 1903, raggiunse nello stesso giorno, “a piedi”, Jenne con “una passeggiata di cinque buone ore, fra l’andata e il ritorno, per la selvaggia valle dell’Aniene. Paese semplice e che gentilezza di sangue!” furono le prime sensazioni colte dallo scrittore vicentino. Nel romanzo, Jenne viene poi descritta “fra i dorsi pendenti alla conca romita”, “incoronata la di fronte dalla povera greggia di casupole che il campanile governa”. Il paese, nelle descrizioni dello scrittore, si anima e colorisce in tutta la varietà dei suoi abitanti: l’oste, l’ostessa, l’arciprete, il medico, la chiesa, il forno, la piazza alla quale si accede “dal dedaluccio di vicoletti dov’è l’osteria”. Spiccano le donne forestiere provenienti da Trevi, Filettino, Vallepietra che si distinguono le une dalle altre “dai busti, dai guarnelli, dalle calzature”.

Il territorio è caratterizzato da balze rocciose, da innumerevoli grotte una delle quali, la più famosa, “l’Infernigliu”, ha dato luogo per la sua singolare e misteriosa bellezza a numerose leggende in merito all’origine del paese. Dalle casette, dagli stazi, dalle caverne si diparte una regnatela di tratturi: alcuni s’inerpicano fino ai pascoli montani, altri ridiscendono le coste sassose fino alla gola dell’Aniene seguendone poi il corso serpeggiante. Questi itinerari rappresentano le vie di pascolo percorse da millenni dalla popolazione. L’unico reperto archeologico,attestante l’utilizzazione del territorio, è rappresentato da una spada di bronzo, del XIII sec. a.C., rinvenuta sulle pendici del Monte S. Antonio. La spada a lingua da presa tipo Montegiorgio costituiva probabilmente un corredo funerario, e circostanze del ritrovamento sono tuttavia ignote.

Prima di giungere al paese di Jenne, percorrendo l’odierna Via Provinciale da Subiaco, si riscontrano al margine sinistro della strada, lungo il terrapieno, frammenti di laterizio del periodo romano. Un antico centro abitato sorgeva sul Monte Porcaro e sarebbe quantomeno opportuno un accurato scavo archeologico per la conoscenza della zona. S. Gregorio Magno, nel II libro dei Dialoghi, ricorda la visione avuta da un sacerdote di far visita, il giorno di Pasqua, a S. Benedetto nello Speco di Subiaco per recargli cibo. La chiesa, ai quale apparteneva questo sacerdote, viene individuata dalle cronache per quella di Monte Porcaro, l’antico centro di Jenne. Una chiesa esistente nella zona. prima delle istituzioni benedettine, indica un antico insediamento. Jenne viene nominata, la prima volta, nel diploma di Papa Leone IX, del 31 ottobre 1051, contenuto nel Regesto Sublacense. Con questo atto, Doc. 21, il Pontefice conferma al Monastero Sublacense. insieme ad altri beni, il Fondo di Jenne con tutti i monti, i colli ed i suoi terreni (fundis Gehenne). Nel Doc. 8, senza data, (Privilegio di Giovanni …) si nomina ugualmente il fundum genne e il montem porcario, fra i beni del Monastero.

 

Il diploma è attribuito al sec. VIII-IX. Nella lapide dell’abate Umberto del 1052-53 – Genna – risulta compresa fra i castelli dell’Abbazia. Spiritualmente Jenne dipendeva però dal Vescovo di Trevi. Questa divisione portò i Trebani in lotta con il Monastero per il possesso del castello, che occupava un’importante posizione strategica per il controllo dell’alto Aniene. Papa Niccolò II (1059-61) sottomise Trevi al Vescovo di Anagni quindi anche la sua piccola diocesi, costituita da Vallepietra, Filettino, Collealto e Jenne, seguì la stessa sorte. Intorno all’anno 1079 Ildemondo usurpò Jenne ma l’abate Giovanni V, il Gloriosissimus abbas – assediò il castello ed Ildemondo dovette arrendersi. L’abate edificò la rocca e la fortificò. Ildemondo, di sorpresa, riuscì a rientrarvi ma fu nuovamente espulso dal paese. Per impadronirsi del castello chiese quindi aiuto al conte di Capua. Giordano, che gli inviò milizie longobarde e normanne e con queste assali nuovamente Jenne. L’abate Giovanni riuscì ugualmente a metterle in fuga e per premunirsi da nuovi assalti costruì, nel 1082, un castello sul Monte Porcaro. Nel 1113 lo stesso abate Giovanni concesse Jenne in feudo al Vescovo di Alatri, Crescenzio, suo congiunto.

A Giovanni V succede Pietro IV (1123- 1145), fratello di Ildemondo membro della famiglia feudale contro la quale il potente abate ebbe a lottare duramente. La situazione feudale viene così a modificarsi ripetutamente. Solo nel 1176 si giunge ad una sistemazione definitiva; Filippo di Marano, ormai stanco e vecchio, con l’accordo stipulato il 30 giugno, approvato dal pontefice Alessandro III, diventa Filippo I di Jenne. I suoi discendenti venivano riconosciuti come i Signori di Jenne. Da questa famiglia nacque sempre a Jenne, Rinaldo, poi Alessandro IV, pontefice dal 20.X11.1254 al 25.V.1261, una delle glorie maggiori del paese.